La potatura degli alberi ornamentali

 

Nel 2024 è stata pubblicata la traduzione italiana del libro “La potatura degli alberi ornamentali” di Cristophe Drénou.

Un passo importante per l’alboricoltura italiana.

Il libro è basato sull’impiego del METODO ARCHI per il riconoscimento dello stato di resilienza degli alberi

IL METODO ARCHI

Metodo di diagnostica del deperimento delle capacità di resilienza degli alberi basato sull’analisi architetturale delle parti aeree

NEL CAPITOLO “CONSIDERARE I DENDROMICROHABITAT”, VIENE ESPRESSA CON UNO SCHEMA,

LA NOSTRA FILOSOFIA: SALVARE GLI ALBERI E LA BIODIVERSITÀ!

“Nell’evoluzione vige un’asimmetria: noi abbiamo bisogno della biosfera per vivere; la biosfera invece non ha alcun bisogno di un mammifero pervicace, invasivo, distruttivo e autodistruttivo autoproclamatosi Homo sapiens(?). Come sarebbe la Terra senza la nostra presenza? Selvaggia, indomita, indifferente alle nostre sorti…” (La Terra dopo di noi, Telmo Pievani).

Come lo è ora, ricordiamocene! Se, come si pensa, la vita sulla Terra è comparsa 3,75 miliardi di anni or sono, Homo sedicente sapiens è comparso negli ultimi 2-3centomila anni…nell’anno cosmico della vita di Carl Sagan il genere Homo arriva alle 23 e 32 del 31 Dicembre e nell’albero di Charles Darwin noi siamo un esile tenue ramoscello sulla cima più alta;

il mordace Marc Twain ha comparato la vita sulla Terra alla Tour Eiffel…la nostra presenza consiste nell’ultimo straterello di vernice sul pinnacolo più alto della torre…e pensiamo, seriamente, che tutta la torre sia stata costruita appositamente per apporre l’ultimo straterello… Credo che dobbiamo rapportarci alla natura con l’umiltà più profonda!

L’arboricoltore ha un codice deontologico: si adopera in tutte le sedi per la cultura, la cura ed il rispetto dell’albero e dell’ambiente naturale e per la difusione e l’impiego delle corrette pratiche di cura e gestione del patrimonio arboreo, considerando anche l’ipotesi del non intervento!

Gli alberi attraversano durante la loro vita diverse fasi di sviluppo, spesso collegate direttamente o indirettamente a stati fisiologici che ne modificano la struttura.

La massa legnosa si arricchisce, con la successione degli eventi e del tempo, di elementi tipici denominati DendroMicroHabitat: rami rotti, cavità, porzioni di chioma deperienti e legno morto. In ambiente urbano, e in tutti quegli ambienti dove l’uomo gestisce gli alberi, la presenza di queste strutture è continuamente contrastata, arrivando anche all’eliminazione dell’albero, al fine dichiarato di garantire la sicurezza, spesso però associato ad un rischio percepito e non ad un rischio reale.

Questi Alberi hanno un alto valore ecologico per la biodiversità e l’abbondanza di DendroMicroHabitat è “casa” per numerose e diverse specie di animali, vegetali, licheni e funghi, che ne abbisognano per tutto o almeno una fase del loro ciclo vitale (Larrieu et al. 2018). Oggi, con la grave crisi ambientale e climatica innescata dalle azioni umane, non è più possibile ignorare il valore della biodiversità per la resilienza dei sistemi naturali singoli o complessi. 

 

È per questo che un cambio di approccio nella gestione degli alberi è più che mai fondamentale.

IMPARARE A RISPETTARE
LA LENTEZZA DEGLI ALBERI

e saper attendere e riconoscere le loro risposte fisiologiche.